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Ricerche archeologico-territoriali in Calabria

Riguardano l’esecuzione di ricognizioni nelle principali aree archeologiche della Locride, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Calabria, che hanno portato anche al rinvenimento di nuovi siti di particolare interesse per la ricostruzione dell’età del bronzo nella zona, e la pubblicazione dei materiali di età pre- protostorica provenienti da tutta il territorio in un’apposita collana di studi.

 

Indagini territoriali

Scavo in località Petti di Portigliola
Il pianoro di Petti di Portigliola si trova a 4,25 km in linea d'aria dal mare, alle spalle dell'antica colonia di Locri Epizefiri. Limitato su tre lati da alti strapiombi, domina completamente la piana costiera, grazie alla sua posizione particolarmente panoramica. La rilevanza archeologica del sito venne segnalata già da Paolo Orsi, che, rilevando la presenza di ceramica di impasto affiorante, ipotizzò che qui fosse collocato uno dei villaggi dell'età del ferro i cui abitanti  usavano come sepolcri le grotticelle della finitima località di Canale.I
Il recente avvio di alcuni interventi edili nel centro del pianoro hanno portato la Soprintendenza Archeologica della Calabria ad effettuare numerosi interventi esplorativi allo scopo di indagare completamente tutto il terreno interessato dai lavori.Allo scavo, che ha ormai superato i 2000 mq di estensione, si è anche accompagnata una ricognizione estensiva di tutta l'area circostante, che ha permesso di valutare in 7 ettari l'effettiva estensione del sito archeologico. Tali indagini hanno portato a rivedere completamente la collocazione cronologica di questo insediamento: lo scavo ha infatti portato alla luce, scavati nel bancone roccioso di calcarenite che costituisce il pianoro, numerosissimi buchi di palo pertinenti a capanne di diverse tipologie planimetriche e altre evidenze pertinenti ad un vasto abitato con un momento di massimo sviluppo collocabile in una fase iniziale dell'età del bronzo.
Nel più ampio settore di indagine, in particolare, i buchi di palo sono risultati addensarsi in due fasce parallele con andamento nord-sud, separate da uno spazio vuoto, di larghezza approssimativamente costante, all'estremità del quale è posta una piccola capanna absidata. A nord della fascia priva di buchi di palo sono inoltre ben ricostruibili almeno 6 capanne con pianta 'a ferro di cavallo'. Nella fascia meridionale, invece, dove lo scavo non è ancora completato, alcuni allineamenti ad arco di cerchio sembrano lasciare intuire la presenza di strutture più ampie. Tale articolazione è di particolare interesse, dal momento che lascia intuire una embrionale forma di 'urbanizzazione' del pianoro, con abitazioni distribuite lungo un asse viario rettilineo, all'estremità del quale si colloca la capanna absidata, per la quale può quindi essere ipotizzata una funzione peculiare, forse a carattere simbolico.

 

 
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